E così, insieme a Andrea Baldelli e Roberto D’agostin, motiva la decisione:
“In rete si possono trovare centinaia di campagne che rappresentano, direttamente o simbolicamente, varie forme di violenza perpetrate (e perpetuate) ai danni delle donne. Ma dietro questi atti di solito ci sono uomini. Possiamo fare nuove leggi, possiamo inasprire le pene, ma non elimineremo questa piaga senza una maggiore partecipazione degli uomini e un cambiamento culturale al quale gli uomini stessi devono contribuire. Contro la violenza sulle donne ci servono altri uomini.
E’ un appello qualitativo prima ancora che quantitativo. Ci servono uomini capaci di alzare una mano per e non sulle donne. I primi a raccogliere il nostro appello ‘contro la violenza sulle donne ci servono altri uomini’ vengono dal cinema. Io Donna di sabato 16 novembre ha dedicato alcune pagine a questa risposta. E sappiamo che altri sono pronti a rispondere. Personaggi illustri e illustri sconosciuti.
Ci servono altri uomini. Non è solo un appello quantitativo. Ci servono uomini capaci di impegnarsi al punto di guardare dentro se stessi. Al punto di capire che in una società che si trascina un pesante fardello patriarcale, non basta non picchiare una donna per essere migliori.
Occorre prendere consapevolezza del contesto ‘a misura di maschio’ in cui si è cresciuti, e fare uno sforzo, piccolo o grande che sia, per prenderne le distanze. Perché è così importante il contesto? Perché una certa tolleranza nei confronti anche solo della prevaricazione dell’uomo sulla donna, funziona inevitabilmente come ossigeno per i singoli atti di violenza. E sono infiniti i modi i cui tutti i giorni le donne italiane sono prevaricate.
Solo cambiando il contesto culturale si toglie quell’ossigeno. Il film e i soggetti stampa della campagna realizzata da cOOkies per Intervita sono il primo passo di molti altri che seguiranno. Non si cambia un contesto culturale in una settimana. Quello che ci ha convinti a lavorare per Intervita è stata proprio la promessa di un impegno di lungo termine su questa battaglia culturale. Un ringraziamento a Fabio Lovino per scatti e riprese, e a Luca Berardinelli per il montaggio del video“.