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Sassoli de Bianchi/Upa: tra poco non si parlerà più di on e off line. Tutto si mescola. Ci saranno solo gli investimenti pubblicitari. E l’e-commerce è nuovo credo. In quanto ad Assocom, è necessaria

Avendo youmark intervistato il presidente Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, ieri, a margine dell’incontro di presentazione della ricerca che l’associazione degli utenti pubblicitari ha realizzato assieme a Google. E già l’accoppiata è notizia, stando a significare come il mondo sia effettivamente cambiato.

Tra on e off line non c’è più distinzione, con i vari brand dei media a declinarsi su più piattaforme. A interessare, insomma, sono qualità e ammontare dell’investimento di comunicazione da ottimizzare, non più la sua allocazione specifica. E a trainare la crescita dell’impegno delle aziende sarà pure l’e-commerce. Si stima nel 2017 potrà valere ben 50 miliardi, con 1 di investimenti pubblicitari. Sempre che l’Italia riesca a capirne l’importanza riducendo il gap che oggi la separa da paesi più evoluti. Ad esempio gli Uk, che ci battono di sei volte, o la Francia di tre.

Il problema sta nella cooperazione di più fattori. Aziende, marche, distribuzione, attori della logistica, banche. E soprattutto il nostro sistema paese. Che di certo non brilla. Anzi. Tanto che nessuno può dirsi ottimista sul 2013, specie perché la situazione di stallo è più che evidente, e non ci sono soluzioni facili all’orizzonte.

Forse è anche per questo che Sassoli de Bianchi più che mai auspica lunga vita per Assocom, dispiacendosi delle dimissioni di Costa, che stima. C’è bisogno, infatti, dell’associazionismo per avere la rappresentatività necessaria a portare avanti le istanze del settore e la stessa Upa necessita di potersi interfacciare con un interlocutore di peso.

Certo che se, come potrebbe accadere, grandi sigle abbandonassero Assocom, non sarebbe più la stessa cosa. Come se da Upa se ne andassero i grandi player. L’augurio, insomma, è che l’associazione da tutto ciò trovi la forza di cambiare per rafforzarsi.