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Rodriguez/JWT: cos’è il coraggio? Fa rima con rischio. E a volte pure con fallimento. E’ il corredo genetico di chi crede nel ‘Perché no?’ Di certo subirà le critiche dei ‘Yesbutters’, ma senza provarci nulla cambia. Coraggio è anche mostrare le proprie fragilità, significa che le conosci, che ci stai lavorando. E’ rialzarsi, chiedere e dare fiducia. Con la nuova campagna, MPS si ripresenta agli italiani. Non nega l’evidenza, ma è forte di una saggezza lunga sei secoli. Alti e bassi, guerre, senza mai lasciare indietro i propri clienti e i loro progetti di vita

Sergio Rodriguez,  Ceo & Chief Creative Officer JWT , a proposito della nuova campagna MPS.

Ne abbiamo di recente parlato a IF! Il coraggio fa la differenza. Pure qui. Insomma, una banca che, uscita dalle turbolenze che tutti conosciamo, propone una campagna così ha coraggio?

“Penso che in certi casi il vero coraggio non sia nel mostrare le proprie forze ma le proprie fragilità, perché vuole dire che le conosci e ci stai lavorando. Questo approccio alla vita mi ricorda molto il ragionamento di quella società di autonoleggio americana che negli anni 70 ammise candidamente: ‘We try harder, because we are the number 2’. Il coraggio di MPS è stato proprio quello di ripresentarsi agli italiani senza nascondersi dietro un dito o negando l’evidenza, ma forte di una saggezza che in 6 secoli ha permesso a questa banca di superare guerre e alti e bassi della storia, senza mai lasciare indietro i propri clienti e i loro progetti di vita”.

Con il tema del sapersi rialzare, del ripartire, si  rimanda al concetto della cultura del fallimento, in Italia così difficilmente affrontata, ma che fa la differenza in molti altri contesti, non a caso più innovativi e prosperi di noi. Cosa vi aspettate scateni tra la gente? Anche perché c’è chi da quelle vicende sopra nominate è rimasto più che seriamente scottato.

“Vedi, il punto è questo: al mondo esistono due tipi di corredi genetici. Quello che ti spinge a provarci, quello che ti dissuade dal farlo. Per usare una formula originale, si potrebbe dire che esistono due grandi categorie umane: i ‘Whynotters’ e gli ‘Yesbutters’. Chi dice ‘Si, ma’ detiene la maggioranza in ogni forma di associazione umana, dalla famiglia alla grande impresa. È gente che non prenderà mai un rischio semplicemente perché non ce l’ha nel proprio corredo genetico. Tuttavia è abilissima nel godere dei fallimenti altrui, di chi cioè ogni giorno dice ‘perché no?’. Si, perché chi ogni giorno si riconosce in quest’ultimo profilo, ci prova sempre, assumendosi dei rischi e quindi incappando qualche volta anche in fallimenti. Ecco, l’umanità va avanti solo perché esiste questa minoranza che è disposta a mettersi in gioco. Prova a fare questo esercizio con chi conosci, poi mi dici se non ho ragione”.

E’ iniziato un nuovo racconto MPS, insomma, una storia seriale che parte da un seme che è concetto e piattaforma di comunicazione? 

“La forza della fiducia è una verità in cui tutti i target si riconoscono. C’è la possibilità che diventi una piattaforma ancora più articolata, includendo prodotti pensati proprio per dare fiducia agli italiani. È un cantiere aperto con MPS su cui stiamo lavorando in queste settimane”.

Anche in questo progetto mi sembra emergano tutti i tratti di quanto deve rappresentare la nuova italianità. Ossia un forte legame con il passato, le tradizioni, ma contemporaneamente l’andare avanti, oltre, il delineare la capacità di nuovo. L’Italia creativa, insomma, guarda al futuro? 

“L’Italia che il mondo ammira, e un po’ invidia, è quella che sa reinterpretare con un linguaggio contemporaneo l’ispirazione originale. Molte eccellenze italiane basano su questa rilettura il loro appeal attuale. Monte dei Paschi di Siena è la banca più antica del mondo, che ha insegnato a fare banca a tutte quelle che sono seguite e che magari adesso non esistono più. Proprio da queste nobili origini, penso che ci sia spazio per ripartire e per ristabilire un nuovo patto con gli italiani, annoverando come garanzia i 5 milioni di correntisti MPS che non hanno lasciato la banca e che oggi rappresentano il suo vero patrimonio”.