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PR Hub prende posizione, condanna la comunicazione falsa e manipolata delle fake news e chiede l’apertura di un tavolo di confronto con Governo e Magistratura

PR Hub comunica tramite una nota che se non si stabiliscono delle regole che governino l’etica della comunicazione sia sui mezzi tradizionali (come la stampa, la tv, la radio) sia su quelli meno convenzionali, come il web, “l’anarchia oggi in atto possa portare a un imbarbarimento della convivenza civile, visto che l’opinione pubblica viene continuamente sordidamente manipolata da notizie esagerate nei toni e nei contenuti – quando non addirittura false e calunniose – lesive di istituzioni, pubbliche e private, e di persone”.

Per questo, prosegue il testo, gli associati di PR Hub pongono la loro professionalità e la forza stessa dell’associazione al servizio di chiunque intenda perseguire una battaglia civile per l’etica della comunicazione a prescindere da chi o da quali organizzazioni provengano gli attacchi e dal tipo di medium che sia utilizzato.

La Costituzione italiana, nell’articolo 21, recita ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.’ Non viene indicato alcun limite alla manifestazione del pensiero, salvo – come è implicito – la commissione di reati, il che significa che non si possa diffamare, ingiuriare, calunniare, procurare allarme.

Secondo gli associati di PR Hub, non si tratta perciò di “censurare, contravvenendo all’articolo 21 della Costituzione, ma di agire per l’esatto contrario. La censura, infatti, tende a reprimere o non far emergere un aspetto della verità, oppure opinioni che dovrebbero invece essere espresse liberamente. PR Hub chiede di perseguire con tutti i mezzi che la legge mette a disposizione coloro che diffondono notizie costruite ad arte, in modo fraudolento, diffamatorio e calunnioso che hanno proprio l’obiettivo di nascondere la verità dietro a un eccesso di menzogne, contravvenendo in questo caso sì all’articolo 21 della Costituzione”.

E conclude: “Siamo convinti che se non poniamo rapidamente un freno alla degenerazione di quanto è in atto, non solo la professione del comunicatore ne sarà mortalmente colpita, rendendola sempre più marginale se non inutile, a vantaggio di semplici urlatori e insultatori, ma che l’opinione pubblica perderà ogni possibilità di essere correttamente informata, che è quanto le agenzie come le nostre fanno da sempre e sempre meglio vogliono fare. È per questo che chiediamo con forza un intervento degli organi preposti, dalla Magistratura, agli Ordini della Stampa e dei Giornalisti per stigmatizzare quanto è in atto e disincentivare con ogni mezzo le organizzazioni che in modo pianificato perseguono la disinformazione per scopi economici e/o politici. A tal fine, chiediamo anche un’interlocuzione con il Governo per discutere le misure più adeguate per difendere una comunicazione sincera, leale e trasparente nelle fonti, non mistificata per sordidi interessi.”