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Osservatorio Agenda Digitale PoliMi, cresce la digitalizzazione, ma l’Italia è ancora terzultima in UE

I tre progetti di infrastruttura su cui si è concentrata l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) stanno iniziando a produrre risultati concreti: a 7 mesi dall’avvio del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) sono state erogate oltre 130.000 identità digitali, che entro il 2018 potrebbero diventare 9 milioni; il Sistema dei pagamenti elettronici (PagoPA) conta 9.500 PA, 90 prestatori di servizi di pagamento e quasi 600.000 transazioni effettuate; l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) è stata sperimentata in 26 comuni pilota con circa 6,5 milioni di cittadini coinvolti.

Nel contempo, è partito il piano sulla banda ultra larga. L’Italia è ancora tra gli ultimi Paesi in Europa per copertura di banda larga fissa, con solo il 44% delle abitazioni raggiunta da una rete ad almeno 30 Mbps nel 2015, ancora lontana dagli obiettivi posti da Europa e Governo. Ma siamo il Paese europeo con il miglior tasso di crescita nella copertura a 30 Mbps dal 2014 (+115%).

L’Italia è ancora solo 25esima su 29 Paesi europei censiti dal Digital Economy and Society Index (DESI), l’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale in Europa, con forti ritardi da recuperare su diversi indicatori.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net) presentata questa mattina a Roma al convegno ‘Pubblico e privato: un patto per l’Italia digitale’.

Afferma nella nota  Alessandro Perego (nella foto), Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano: “L’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale nei vari Paesi europei vede ancora gravi ritardi da recuperare, perché la situazione non si può ribaltare in poco tempo dopo anni di mancati investimenti, ma nel 2016 molto è stato fatto per rendere il Paese più ‘digitale’. Bisogna continuare con decisione. L’esperienza degli altri Paesi suggerisce come la chiave sia la collaborazione tra pubblico e privato, che devono prendere consapevolezza dell’importanza di un’azione congiunta. Il piano triennale per l’Informatica nella PA, che sarà rilasciato per la fine dell’anno, porta avanti un modello chiaro che inquadra in una cornice organica le diverse iniziative e valorizza i contributi di PA e imprese. Chiediamo a pubblico e privato di sottoscrivere un ‘Patto per l’Italia Digitale’, proteggendo il modello di collaborazione previsto dal piano, per darne poi attuazione con regole comuni, progetti condivisi e logiche sistemiche”.

L’Osservatorio Agenda Digitale ha dimostrato la presenza di una stretta correlazione tra livello di digitalizzazione di un Paese e la sua crescita economica, sociale, industriale e legalitaria. Oltre all’avanzamento del Pil, i Paesi che dal 2013 hanno investito di più in digitale hanno ottenuto forti miglioramenti nel Social Progress Index, nella classifica Doing Business e nel Corruption Perception Index. Per recuperare il gap rispetto alla Danimarca (il Paese più avanzato secondo il Desi – Digital Economy and Society Index) l’Italia deve però investire ulteriormente nel digitalizzare le sue imprese e la sua PA.

L’analisi sui diversi indicatori mostra come gli interventi previsti dall’attuale strategia di attuazione dell’Agenda Digitale italiana abbiano impatti significativi su 20 dei 30 indicatori del Desi, ma sono determinanti solo su 4 di questi, con in particolare un effetto finora poco incisivo nella digitalizzazione delle imprese.

Praticamente tutte le Regioni italiane hanno una strategia di attuazione dell’Agenda Digitale pienamente definita. Esse, tuttavia, hanno ancora una posizione sul Desi quasi sempre inferiore alla media europea, con il gap maggiore che si registra nell’area della connettività. Esistono ancora differenze tra le Regioni del Nord e quelle Sud, ma sono meno significative del ritardo complessivo del Paese.

La banda larga – L’Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa per copertura di banda larga fissa, con il il 44% delle abitazioni raggiunta da una rete ad almeno 30 Mbps nel 2015. Un grave ritardo rispetto agli obiettivi fissati dall’Europa per il 2020 (tutti i cittadini europei coperti a 30 Mbps entro il 2020). E nonostante il miglior tasso di crescita nella copertura a 30 Mbps dal 2014 (+115%), sono ancora forti le differenze con gli altri Paesi europei simili a noi (Francia, Germania, Polonia Regno Unito e Spagna). Il Governo ha redatto un piano che punta ad avere almeno il 75% della popolazione coperta a 30 Mbps entro il 2018 e il 100% entro il 2020. Per ottenere questi risultati sono stati messi sul piatto 6 miliardi di euro e si è chiesto ai privati di aggiungere a tali risorse un loro investimento.

Commenta Luca Gastaldi, Direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale: “La copertura della banda larga tra le Regioni italiane è molto eterogenea: nel 2015 si va dal 76% delle abitazioni calabresi coperte a 30 Mbps all’1% di quelle valdostane, con il Sud a primeggiare grazie ai fondi europei. Se si guarda però la copertura 100 Mbps, solo Lombardia e Lazio nel 2015 hanno oltre il 20% delle loro abitazioni coperte. Gli obiettivi fissati dalle Regioni per il 2018 dovrebbero ridurre le differenze tra le coperture a 30 Mbps. Rimarranno quelle a 100 Mbps”.

Solo il 53% delle abitazioni usa una banda larga ad almeno 2 Mbps, solo il 3% a 30 Mbps e addirittura solo lo 0,5% a 100 Mbps (l’obiettivo europeo è almeno il 50% entro il 2020). Solo il 12% delle imprese viaggia a 30 Mbps. In Francia sono il 21%. In Germania e Spagna il 29%. Si comprende l’importanza di lavorare non solo sulla copertura ma anche ad adeguati incentivi per favorire la domanda di connettività.

Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Agenda Digitale: “Il fatto che un utente possegga un’identità Spid – Sistema Pubblico di Identità Digitale non implica necessariamente che la utilizzi per usufruire dei servizi online. Il 75% dei comuni italiani oggi non offre servizi online che richiedano un’autenticazione digitale”. Per far sì che Spid si diffonda è necessario coinvolgere velocemente il mondo delle imprese private, soprattutto le tante pmi che potrebbero sfruttare SPID per offrire i loro servizi in digitale e colmare così i gap che le dividono dai grandi gruppi industriali.

Spid costerà ad ogni service provider privato fino a 9 euro per utente l’anno. Il mercato della gestione delle autenticazioni ai servizi dei privati potrebbe valere fino a 30 milioni di euro nel 2017 e 60 milioni di euro nel 2018. Ma Spid ha il potenziale di generare altri mercati per identity provider, gestori di attributi qualificati e in particolare per i privati che offrono servizi online.

Dopo anni di continue riduzioni, nel 2015 la PA italiana ha aumentato dello 0,5% la propria spesa in tecnologie digitali, arrivando a 5,6 miliardi di euro, grazie a un aumento degli investimenti del +2,9% (fonte Assinform/Netconsulting). La Finanziaria varata a Gennaio 2016 prevede di aumentare e orientare questi investimenti, recuperando risorse grazie a una razionalizzazione del 50% delle spese correnti improduttive in tecnologie digitali della PA entro il 2018.

L’Osservatorio ha deciso di riproporre il Premio Agenda Digitale allo scopo di sostenere la cultura dell’innovazione digitale nel Paese, generare meccanismi virtuosi di condivisione delle migliori esperienze di attuazione dell’Agenda Digitale, premiare e dare visibilità alle aziende e alle PA italiane più innovative, contribuire ai processi di ricerca tramite la raccolta strutturata di evidenze empiriche.

Dalle 124 candidature ricevute, la commissione valutatrice esterna, composta da 17 esperti nazionali, ha selezionato 3 esperienze premiate oggi in occasione del convegno in tre categorie:

‘Ricetta Elettronica – Tessera Sanitaria’ del Ministero dell’Economia e delle Finanze per la categoria Attuazione dell’Agenda Digitale a livello nazionale;

‘I.Ter Campania’ della Regione Campania per la categoria Attuazione dell’Agenda Digitale a livello regionale;

‘eGovernment Area Vasta – Metropoli Terre di Bari’ del Comune di Bari per la categoria Attuazione dell’Agenda Digitale a livello degli enti locali.