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Nielsen, il 2012 in Italia annus horribilis per la pubblicità

Stando alle rilevazioni Nielsen, il mercato della pubblicità ha chiuso fra gennaio e dicembre 2012  il suo peggiore anno degli ultimi venti, con una performance negativa del -14,3%, scendendo per la prima volta dal 2003 (secondo il perimetro misurato da Nielsen) sotto la soglia degli 8 miliardi di euro a prezzi correnti. In termini reali vale a dire che, al netto dell’inflazione (Ista), si torna addirittura a livelli del 1991. Questo fa quindi pensare ad un cambio strutturale e non congiunturale nella sua composizione.
In termini di mezzi, ad eccezione di internet, il calo è trasversale a tutti quelli rilevati da Nielsen. Anche per il web, che chiude con il +5,3%, l’ultimo scorcio del 2012 è stato molto difficile.
In termini di settori il taglio dei budget pubblicitari ha coinvolto quasi tutte le industry. Tra le poche eccezioni turismo/viaggi (+5,1%) trascinata dall’apertura alla concorrenza nel mercato pubblicitario e alla competizione aereo/treno sulla tratta Roma Milano. Questo risultato non riesce a compensare la contrazione di settori molto più rilevanti in termini di spesa come alimentari, telecomunicazioni, automotive.
Una nota positiva per il mondo della comunicazione aziendale è la sostanziale tenuta del numero degli inserzionisti in Italia, rispetto al crollo del mercato (-2,4% nel complesso, -0,4% sulla tv e + 20% su internet). Se da una parte questo fenomeno segnala un calo del prezzo medio dell’advertising, dall’altro è indice di una fiducia da parte delle azienda nella leva della comunicazione, nonostante il periodo economico difficile.