Youmark

L’Italia che innova. Parola alle start up. Smartweek.it, il magazine online che fa parlare della realtà quotidiana della classe manageriale e universitaria italiana le persone ‘vere’. Studenti, professori, manager, avvocati. Il tutto nascendo dall’idea di 6 universitari, convinti che anche in Italia si possa fare innovazione e impresa

Ne parliamo con Niccolò Gobbi (nella foto), ceo Consaequo Partners, la società, che condivide con gli altri 5 soci (Edoardo Fasoli, Pietro Biscottini, Davide Marostica, Alain Constantin, Jacopo Patrini) e che ha dato vita al progetto Smartweek.it.

Quando è nata l’idea?
“Circa un anno fa, ma il lancio della versione beta è avvenuto a settembre, con partita ufficiale a gennaio.  Dobbiamo ringraziare il nostro background internazionale, la conoscenza approfondita della lingua inglese e la diversificazione delle nostre specializzazioni di studio. E’, infatti, osservando quanto succede oltralpe che abbiamo capito la necessità di dare al nostro paese  uno sprint, una visione più brillante, positiva, a partire da una nuova concezione dell’informazione”.

Come ce l’avete fatta, chi, o cosa, vi ha dato una mano?
“Ancor oggi non ci sentiamo arrivati. Smartweek.it ha un enorme potenziale. Un grande aiuto è arrivato da alcuni Business Angels che hanno creduto in noi, mettendo a disposizione il loro network e la loro esperienza, nonostante la nostra startup non sia particolarmente ‘capital intensive’. In particolare, dobbiamo ringraziare Daniele Monarca e Massimo Borgato”.

Quale il modello di business, ossia, come guadagnate?
“A oggi l’attenzione è andata tutta al miglioramento del prodotto, della qualità degli articoli, alla creazione di una redazione professionista e di una struttura funzionale. Nelle ultime settimane, abbiamo iniziato a lavorare per implementare una strategia commerciale che garantisca guadagni e che possa definitivamente validare il nostro business model. In più, coerentemente con la nostra visione, aspiriamo a dare visibilità a progetti e startup, sperando che ciò possa diventare il nostro core business”.

 A che punto siete, quali i problemi-opportunità dovete risolvere-sfruttare?
“Il problema principale è la crescita. Per competere dobbiamo raggiungere una massa critica. Il bilanciare sviluppo e conseguente aumento dei costi richiede grande equilibrio. A tal proposito, optiamo per un approccio trial and error, in cui reattività e bassi costi permettano di definire la strada verso la creazione di un’organizzazione sana e vibrante”.

 Avete dei competitor e cosa offrite di più e di diverso?
“Molte start up tendono a dire che non hanno competitor diretti per un motivo o per l’altro. Noi, in quanto testata giornalistica, siamo consapevoli che di muoverci in un’arena difficile. Ma stiamo definendo una nostra nicchia, di cui qualità, leggerezza, e accessibilità dell’informazione sono pilastri”.

Quanto tempo date alla vostra start up per  vincere sul mercato e cosa deve realizzare, insomma, sarà un successo se… ?
“Siamo convinti che sia possibile fornire informazioni e approfondimenti di qualità anche con un linguaggio e un taglio leggero. In questo modo, speriamo di incuriosire, ispirare e incoraggiare le persone raccontando I fatti del mondo, ma anche un’Italia positiva, spesso dimenticata.Il tutto con un linguaggio accessibile, che metta d’accordo tutti. A tal proposito, I prossimi sei mesi sono cruciali”.