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Le recensioni del critico Alessandro Lattante, talento in erba – ‘Kiki – Consegne a domicilio’ (1989)

Grazie alla distribuzione italiana siamo finalmente riusciti, nel 2013, dopo 24 anni, a goderci questo film al cinema (anche se in orari indecenti come le 14). Ma non c’è tempo per arrabbiarsi quando si ha la possibilità di vedere perle come questa sul grande schermo.

Il maestro Hayao Miyazaki ci delizia con un film d’animazione adatto a grandi e piccini, con una storia molto semplice che ci fa assistere alla crescita interiore della protagonista. Guardando il film sarà difficile evitare di immedesimarsi in Kiki, in preda alle difficoltà, alle paure, e al sogno che sembra allontanarsi sempre di più.

Kiki è una streghetta che, come da tradizione, è costretta ad abbandonare casa e famiglia all’età di 13 anni e passare un anno in una città sconosciuta per poter diventare una vera e propria strega. Appena arrivata in città scoprirà che davanti a sé ci sono molte più difficoltà di quante poteva aspettarsi.

Grazie alla forza di volontà e all’aiuto di una panettiera intraprende la carriera di ‘postina’, consegnando appunto a domicilio i prodotti della panetteria. Succede però che la nostra Kiki perde inspiegabilmente il suo potere di volare, il vero e proprio tratto che la distingue da tutti gli altri, cadendo così in uno stato di disperazione.

Molti hanno posto questo film al di sotto rispetto ad altri dello Studio Ghibli o dello stesso regista, perché abituati a messaggi più nascosti, allegorie mozzafiato, trame intricate, o qualche tipo di magia o maledizione. Sebbene la protagonista sia una strega, infatti, la magia a cui assistiamo è limitata al volo (e alla capacità di parlare con un gatto).

Secondo me questo film può invece considerarsi al pari degli altri. Certo, è molto più semplice, ma i messaggi e significati ci sono. E’ un film di crescita e come tale anche noi cresciamo con la piccola Kiki.

Come ogni altro lavoro dello Studio Ghibli questo film si distacca dai molti film d’animazione occidentali, distruggendo l’immaginario italiano del ‘cartone animato = robetta per bambini’. Ancora una volta possiamo assaporare la poesia creata dalla perfezione delle animazioni e dalla splendida colonna sonora, che ci accompagna per tutta la durata del film stringendoci la mano. Oltre tutto possiamo goderci la città in cui è ambientata la storia, una località balneare che ricorda altre città italiane. Insomma, una splendida esperienza visiva e psicologica, consigliata a tutti.

Alessandro Lattante, 18 anni, studente ITSOS Albe Steiner