Youmark

La Publicis di Tranchini, a due anni di lavoro, si racconta. Soddisfatta perché l’impostazione immaginata ora c’è. Peccato che la crisi non sempre permetta di osare. Ma, in ogni caso la proattività paga

Concordando che oggi i clienti hanno bisogno di essere stimolati, di essere allettati con l’innovazione. Anche quando poi le scelte ricadono altrove, complice la crisi. E’ il caso di Publicis retail, così come dell’unconventional. Ma anche del lavoro fatto per quei clienti internazionali che hanno scelto la sigla per creatività (Heineken in testa, per cui si firmano le campagne worldwide) e che definiscono benchmark che non possono essere traslati a tutte le tipologie di brand. Perché il segreto sta nel ‘su misura’. Impossibile standardizzare, anche la più vincente delle impostazioni, infatti funziona solo se rapportata al giusto cliente. Con il digital a viaggiare su tutto, facendosi motore di sviluppo dei progetti. In quanto ad Assocom, infine, è necessaria, ma dovrebbe rappresentare interessi omogenei.

Al microfono di youmark Daniele Tranchini, ceo Publicis Italia