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La buona comunicazione è imprescindibile per un’azienda che vuole fare del suo brand un brand leader. Barbara Saba/Mareblu: la creatività migliore nasce dai brief migliori, cioè quelli precisi e puntuali, con obiettivi molto chiari sia di comunicazione, sia di business

Il mix perfetto sta nella sintesi della creatività con il dato e con il media, sia esso reale o virtuale, con la rete molto a dettare in empatia e rilevanza. Sedendosi tutti i professionisti di comunicazione coinvolti intorno allo stesso tavolo, per amplificare un messaggio univoco e allo stesso tempo corale. Ne parliamo con Barbara Saba, Direttore Marketing e Trade Marketing Mareblu.

La buona comunicazione fa vendere? Ma soprattutto, pensando alla buona comunicazione, siamo così sicuri che oggi, nell’era dell’engagement, dell’esperienza, del dialogo, dell’interazione, reputazione, trasparenza, debba essere proprio la vendita il fine della buona comunicazione?

“La buona comunicazione aiuta a far recepire il messaggio di marca desiderato al vasto pubblico. E’ un primo passo per stabilire un contatto, seppure, parlando di comunicazione tv si tratti di un flusso ad una sola via. Sono d’accordissimo sul fatto che l’engagement sia ormai una leva fondamentale, ma credo che l’utente sia più incentivato a stabilire un dialogo o a vivere un’esperienza con una marca che ha già iniziato a fargli capire chi è e qual è la sua personalità. E’ un po’ come il feeling a pelle che si prova quando si conosce una persona nuova…è importante quella prima sensazione, ancora prima che si aprano le porte a una conoscenza più approfondita e a due vie. Nel momento in cui la barriera tra utente/consumatore e marca è caduta, allora sì, il risultato è anche che si vende di più grazie alla fiducia accordata al prodotto”.

Big data e creatività, testa e cuore della stessa pancia?

“Sì, direi tessere dello stesso puzzle. La creatività migliore nasce dai brief migliori, cioè quelli precisi e puntuali, con obiettivi molto chiari sia di comunicazione, sia di business. La preparazione di un brief nasce indubbiamente dall’analisi del numero più svariato di dati: dai trend di mercato all’analisi della concorrenza, dai consumer insight alle valutazioni dei macro-numeri interni all’azienda. La vera sfida è comunicare col ‘cuore’ gli obiettivi pensati con la ‘testa’. Per fare questo servono buoni dosi di passione e energia che nel Team Marketing di Mareblu non mancano”.

Guardando ai vostri ultimi 12 mesi di comunicazione, e pensando ai Cannes Lions che si sono appena conclusi, siete soddisfatti e quali i lavori che definireste da podio? 

“Siamo in comunicazione solamente da due mesi per cui non abbiamo ancora grandi risultati da commentare. Credo però che la grande coerenza e sinergia di tutte le attività messe in atto siano da podio. Tutto il piano di marca è basato sullo stesso concetto della campagna ‘Puntatori’: lo spot Tv, il piano Digital, inclusi il sito e la pagina Facebook, tutto il nostro materiale punto vendita. Persino i nostri uffici parlano il linguaggio dei ‘Puntatori’. Essere single-minded è fondamentale”.

Per voi oggi il partner di comunicazione di cui non potreste fare a meno è? Agenzia integrata, agenzia specializzata, casa di produzione, digital agency, social agency, agenzia rp o che altro?

“Il nostro modo di lavorare con le agenzie partner è il famoso 360°. Ci mettiamo tutti insieme attorno a un tavolo e ci contaminiamo a vicenda condividendo i vari punti di vista. Ovviamente ognuno ha la sua mansione e i confini delle varie competenze sono molto chiari, ma le persone di tutte le agenzie (comunicazione, pr, digital, media, promotional) sono coinvolte a tutti i livelli e costruiscono con noi il percorso strategico del marchio. Ecco, sono proprio le persone nelle loro varie individualità, quello di cui non potremmo proprio fare a meno”.

Ricordandoti che questo contenuto lo trovi nel nostro nuovo ebook dedicato ai Cannes Lions 016. Puoi effettuare il download cliccando qui. Youmark intanto, day by day,  lo proporrà pagina dopo pagina.

 

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