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KappaKom: il video padrone e la cdp fa tutto da sé? il 2015 potrebbe stupire

Ma di più non svela Ascanio Henry Capparoni, presidente e socio unico Kappakom, che con tale sibillina ammissione conclude questa intervista rilasciata a youmark per l’ebook case di produzione, lasciando non poco intendere.

Nascevate due anni fa. Dunque forti della conoscenza di un mercato non più florido come quello degli anni che furono. Le domande sono due: potendo ricominciare da zero, scegliereste ancora il medesimo modello organizzativo e quali i suoi tratti distintivi, quelli che hanno contribuito a fare la differenza convincendo?

“KappaKom ha compiuto ben tre anni. Confermo e credo ancora nel modello organizzativo intrapreso sin dall’inizio, è stato indubbiamente la forza della nostra crescita. I tratti distintivi sono le persone che hanno collaborato allo sviluppo e alla crescita di KappaKom, quindi a loro il riconoscimento e plauso alla grande professionalità. Inoltre, dalla nostra, il vantaggio di una struttura leggera e agile per mantenere la qualità di base e costi sempre più competitivi. Abbiamo convinto il mercato grazie alle promesse poi mantenute e, naturalmente, il grazie va a tutti coloro che si sono fidati e hanno creduto in noi, dandoci la possibilità di lavorare con loro e per loro. Il concetto di professionalità vorrei estenderlo a tutti, interlocutori, clienti, registi, senza dimenticare i fornitori, con i quali abbiamo sempre avuto ottimi rapporti di collaborazione e ricevuto riconoscimenti sulle nostre impostazioni di produzione”.

Lavorate sia con agenzie che con clienti diretti. Tra le due, c’è una situazione che prediligete e perché?

“Abbiamo rapporti con agenzie e clienti ma non prediligiamo nessuna situazione. Con le agenzie abbiamo ottime relazioni, ma magari ci sono più passaggi prima di arrivare alla presentazione del filmato definitivo, con i clienti tutto è più veloce”.

Spesso si dice che tra il brief e il film che poi si vede in tv non c’è connessione. Ovviamente deludendo il secondo. Perché la cdp viene coinvolta solo come fornitore, perché il tutto passa dagli uffici acquisti, perché c’è carenza di creatività?

“Il discorso è ampio. In modo sintetico, direi che le tre fasi aiutano ad avere un prodotto che sia funzionale sia per il cliente che per la strategia della comunicazione studiata in partenza. Se il lavoro fosse fatto solo dalla produzione, sicuramente sarebbe molto più incentrato sul ‘trattamento’ e, di conseguenza, probabilmente ci si ricorderebbe sì del bellissimo filmato, ma meno del prodotto”.

La comunicazione è cambiata, media e contenuto si fondono in nome dell’efficacia, il video si fa padrone. Secondo voi, in questo tipo di contesto, anche le cdp dovrebbero allargare il loro ruolo? Insomma, essere pure creatori di contenuti non ripagherebbe?

“Non escludo che nel 2015 potrebbero esserci grosse novità”.