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Indice di Benessere Finanziario ING Bank, gli italiani confermano il trend positivo in corso, ma prevale la cautela

La prima rilevazione per il 2016 dell’Indice di Benessere Finanziario (IBF) di ING Bank conferma la tendenza delineatasi nel corso del 2015 verso un complessivo miglioramento del benessere percepito dalle famiglie italiane, che mostrano tuttavia una certa cautela rispetto alle prospettive future. Dopo l’accelerazione nel corso del 2015, anno che ha segnato l’inversione della tendenza nella percezione degli italiani rispetto alla propria situazione economica dopo gli anni della crisi, ad aprile 2016 l’indice mostra invece un incremento più contenuto, attestandosi a 44,8 punti dai 44,0 del semestre precedente.

Entrando nel dettaglio delle singole dimensioni che compongono l’indice, migliora la percezione rispetto al reddito familiare disponibile, che ritorna per la prima volta ai livelli pre-crisi, con le famiglie che si mostrano più sicure rispetto alla possibilità di far fronte a spese impreviste e meno preoccupate rispetto all’incremento della pressione fiscale e dei prezzi al consumo, in uno scenario caratterizzato da un’inflazione stagnante.

Migliora anche la soddisfazione rispetto alla dimensione dell’indebitamento a lungo termine grazie al persistere di tassi di interesse molto bassi, che alleggeriscono il peso delle rate dei finanziamenti.

Per quanto riguarda gli investimenti, l’indice segna invece un leggero ritracciamento dovuto all’elevata volatilità dei mercati finanziari e in particolare dei titoli del comparto bancario, che hanno un peso rilevante nei portafogli dei risparmiatori italiani. In lieve calo anche la soddisfazione rispetto alla capacità di accantonare risparmi, che rimane comunque sui valori più elevati degli ultimi 4 anni.

Nello scenario nazionale si registrano tuttavia differenze significative a livello regionale, con il Nord Ovest che si conferma l’area più interessata dal miglioramento delle condizioni economiche mentre, all’opposto, il Nord Est continua a registrare una flessione dell’indice, in un contesto caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione.

Dal punto di vista demografico, infine, l’andamento dell’indice si conferma positivo per la fascia più giovane della popolazione interessata, quella compresa tra i 18 e i 34 anni, mentre, per la prima volta dopo circa 3 anni di trend positivo, nel segmento compreso tra i 35 e i 44 anni l’indice mostra una flessione.