Youmark

Iab Forum 2015: è record. 14.000 presenze, 2.000 in più dell’anno scorso. E tanta contaminazione. Inutile dirlo, la comunicazione non può più ragionare per compartimenti stagni. E la prima volta dell’invito dei direttori creativi d’agenzia qui, lo dimostra. E’ ora di fare sistema. Un plauso alla presidenza Noseda

Ma d’altronde il medesimo lo ha detto anche al nostro microfono ieri – Non ci dobbiamo accontentare di un + 10% – e la via giusta è quella di allargare, accelerando il processo spontaneo di un digital pervasivo, parte basilare di un tutto, che forse non ha più senso scindere. Così, a volte è input, altre output, o ancora tramite. Ma comunque, prepotentemente c’è. E non potrà che esserci sempre di più, basti guardare i numeri delle proiezioni, dall’internet delle cose alle smart Tv, al mobile, ai video, che anche qui la fanno da padroni, complessivamente mangiandosi il 70% della torta dei 7 miliardi di investimenti italiani.

Così, l’aver lasciato a Oliver Stone, 3 volte premio Oscar, e al suo storytelling il compito di chiudere questo Iab Forum, è scelta quanto mai azzeccata e coerente. Sottolineando che tra gli invitati all’esclusivo lunch con il regista c’erano anche i direttori creativi delle principali agenzie di comunicazione italiane.

Insomma, come precisa Noseda, “è ulteriore dimostrazione di come l’evoluzione sia soprattutto in termini di atteggiamento, prospettive, consapevolezza da parte dei protagonisti della industry, che devono essere pronti a osare, fare sistema, per crescere e conquistare nuove aree business. E’ iniziata l’era dell’Advertising of Things, dove utenti e device sono sempre più interconnessi. Nascono così milioni di touch point su cui potremo costruire valore per le persone e per tutti gli operatori della nostra industry”.