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Gli Oscar 2017 commentati dai registi Air3. Stefano Pratesi: sicuramente l’anno dell’impegno. In quanto alla pubblicità, lo scimmiottare quello che vediamo al cinema (vedi il fu esempio eclatante di Matrix e la sequela di film pubblicitari impostati a quei movimenti rallentati) non da’ il giusto spazio alla creatività e alla visione personale, che si ridimensiona in nome ‘del mercato’

Gaffe allucinante di Beatty a parte, ci riassumi il tuo giudizio su questa edizione degli Oscar?

“Mi è sembrato che Beatty appena letto il contenuto sul biglietto lo abbia passato malignamente a Fae, in modo che fosse lei la voce della gaffe. Beh, vestiti, acconciature, tacchi 12 e solite stravaganze sul red carpet a parte, poi la serata Oscar ha decretato il vincitore prendendo spunto da un impegno sociale che fa sempre bene alle Majors e tutto sommato mi sembra un giusto riconoscimento, considerato anche il momento politico americano”.

Volendo trarre dei trend, qual è il più evidente?

“Il trend più evidente rimane il sociale, cosa che negli Usa, per la loro produzione, non faceva capolino da un po’ di tempo. Mi dispiace per Rosi, ma giustamente ha avuto riconoscimenti Europei di alto lignaggio”.

Gli Oscar insegnano, insomma, cosa si trasla di loro in pubblicità?

Bella domanda…La traslazione che voi dite dipende anche dal luogo ove vengono bandite le gare per la pubblicità. Mi spiego meglio: ci sono differenze notevoli fra America, Europa e Asia in generale, sia a livello di mercati che a livello di coscienza sociale, per cui i trend sono sicuramente diversi e molteplici. Forse la vecchia Europa, per certi versi, è sicuramente più all’avanguardia rispetto agli altri continenti e associazioni come Air3 che raggruppano ‘sentire’ e ‘feeling diversi’ esprimono il meglio di quello che c’è in circolazione. Lo scimmiottare, per la pubblicità, quello che vediamo al cinema (cito fra tutti l’esempio eclatante di Matrix e la sequela di film pubblicitari impostati a quei movimenti rallentati) non dà il giusto spazio alla creatività ed alla visione personale che subisce sicuramente un ridimensionamento nel nome ‘del mercato”.