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GfK, per il Retail in Europa una crescita lenta ma organica

GfK ha effettuato un’analisi della situazione del commercio al dettaglio in 33 Paesi europei. L’indagine esamina l’andamento di variabili come il potere d’acquisto dei consumatori, la quota parte di spesa della popolazione dedicata al commercio, l’inflazione e la produttività delle superfici di vendita, fornendo inoltre previsioni sull’andamento del giro d’affari nel corso del 2016.

Per l’Italia si prevede una crescita superiore a quella già mostrata nel 2015, pur in un quadro complessivo caratterizzato da una lenta ripresa.

Lo studio GfK, contenuto nel nuovo numero della rivista Across, viene presentato in occasione della 41a Conferenza annuale Europea dell’ICSC, in programma a Milano ieri e oggi 2016.

  • Andamento del potere d’acquisto: nel corso del 2015, l’economia ha registrato un trend positivo e la disoccupazione è scesa nella maggior parte dei Paesi europei. Questo sviluppo si riflette nell’andamento del potere d’acquisto nominale, che è cresciuto mediamente del 3,7% rispetto allo scorso anno, garantendo ai cittadini europei una capacità di spesa pro-capite di 15.360 euro tra consumi, affitti, risparmi e contributi pensionistici. In Italia, il potere d’acquisto ha mostrato una leggera flessione (-0,3%, pari a 16.193 euro pro-capite), a causa del permanere di alti livelli di disoccupazione.
  • Previsioni sul giro d’affari 2016: secondo le previsioni GfK, l’andamento positivo registrato lo scorso anno dal comparto retail continuerà anche nel corso del 2016. I Paesi dell’Unione Europea cresceranno a ritmi leggermente inferiori, con un incremento del +1,1% su base annua. Si prevedono invece incrementi particolarmente positivi in Romania (+7,2%) e nei Paesi Baltici (tra +3,8% e +4,9%), che stanno gradualmente raggiungendo i mercati più maturi. Le previsioni sulle vendite al dettaglio sono positive anche per Svezia (+4,8%) e Spagna (+3,7%), mentre per l’Italia si prevede una crescita dell’1,4%.
  • Incidenza delle vendite al dettaglio sulla spesa totale della popolazione: Nel corso del 2015, i consumatori europei hanno beneficiato di una situazione economica positiva, che ha portato ad un incremento della ricchezza privata in molti Paesi, anche grazie al permanere del basso costo di energia e carburante. Di questo contesto positivo, però, hanno beneficiato soprattutto settori diversi dalle vendite al dettaglio (quali ad esempio i servizi, i viaggi e le attività ricreative). Nonostante la maggiore capacità di spesa dei consumatori, quindi, anche nel 2015 è diminuita la percentuale delle vendite al dettaglio sulla spesa totale della popolazione, che si attesta sul 30,4% nella media dei Paesi UE-28. In Italia, la quota parte è leggermente inferiore, pari al 25,8% della spesa totale dei cittadini.
  • Inflazione: lo scorso anno, i prezzi al consumo sono rimasti stabili (+0,0%). Una situazione piuttosto rara, sia per le aziende e la distribuzione, sia per i consumatori. A febbraio, la Commissione Europea ha previsto un incremento dei prezzi dello 0,5% nel corso del 2016, grazie alle politiche di stimolo alla ripresa della Banca Centrale Europea. Nonostante questo, le previsioni relative all’inflazione sono ancora mitigate dai prezzi bassi delle materie prime. Per molti paesi europei lo scorso anno si è registrata una diminuzione dei prezzi ma, secondo le previsioni della Commissione Europea, nel 2016 questa flessione si avrà solo in Slovenia (-0,3%), Romania (-0,2%), Lituania e Bulgaria (-0,1%). Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni per il 2016 vedono un’inflazione pari al +0,3%.
  • Disponibilità di superfici di vendita: Lo scorso anno, all’interno dell’area UE, la superficie totale occupata dalle attività commerciali è cresciuta dello 0,3%. Il dato pro-capite risulta pari a 1,17 m², in leggera contrazione rispetto al 2014, a causa del maggiore incremento del numero di abitanti registrato nello stesso periodo. Nonostante una situazione economica ancora difficile, il Portogallo ha aumentato la propria superficie commerciale pro-capite a 0,98 m². A differenza di mercati saturi come Austria (1,74 m²), Paesi Bassi (1,62 m²) e Svizzera (1,49 m²), paesi quali Repubblica Ceca (1,03 m²), Polonia (0,93 m²) e Turchia (0,66 m²) offrono ancora un forte potenziale di sviluppo per il comparto Real Estate. L’Italia, nel corso del 2015, ha raggiunto il valore di 1,00 m² per abitante.
  • Produttività per superficie di vendita: Nel corso dell’ultimo anno, la produttività per superficie di vendita nell’area UE è aumentata del 2,7%, assestandosi a poco meno di 4.200 euro per m². Questa è sicuramente una buona notizia per il settore della vendita al dettaglio, che è cresciuto per il secondo anno di fila dopo un periodo piuttosto difficile. L’online rallenta nei mercati più maturi e i negozi tradizionali si stanno progressivamente adeguando alla nuova situazione. I negozi meno redditizi hanno chiuso, come conseguenza del processo di digitalizzazione dell’offerta, mentre sono state sviluppate nuove soluzioni in ottica omni-channel. I valori più alti di produttività per superficie di vendita si registrano tradizionalmente in Nord Europa, Svizzera e Lussemburgo, mentre i più bassi in Europa orientale e sud-orientale. Queste ultime aree, però, stanno guadagnando costantemente terreno. Per quanto riguarda l’Italia, la produttività media è stata pari a 4.233 euro per m² nel corso del 2015.

Lo studio prende in considerazione i seguenti indicatori di mercato GfK, valutati per 33 Paesi europei: potere d’acquisto, vendite al dettaglio in valore e quota parte delle vendite al dettaglio rispetto alla spesa totale della popolazione. GfK offre inoltre alcune previsioni sul fatturato delle vendite al dettaglio per il 2016 e analizza le tendenze dei prezzi al consumo. L’indagine presenta inoltre la disponibilità e la produttività delle superfici di vendita nei Paesi presi in esame e comprende un approfondimento dedicato al mercato al dettaglio nei Paesi Bassi.

I dati relativi a fatturato e potere d’acquisto sono stati convertiti in euro sulla base del tasso di cambio medio 2015 per le valute nazionali in questione (come riportato dalla Commissione Europea). Dati e informazioni sono aggiornati a febbraio 2016.