Sono stati più di 400 i performer che sono scesi sul campo dell’Olympiastadion e che hanno realizzato le coreografie firmate dalla coreografa Wanda Rokicki.
Il concept della cerimonia si è basato sul mondo dell’arte. Dalla Bauhaus alla Street Art. Al centro della scena le due regine che rappresentavano rispettivamente le due correnti artistiche con costumi scenografici ispirati a immagini di bozzetti d’epoca per la parte Bauhaus e al Pop per l’arte contemporanea. A fare da contorno, le coreografie che hanno realizzato sul campo disegni rappresentanti i simboli emblematici del mondo del calcio e della città di Berlino come la Porta di Brandeburgo.
Una cerimonia che quest’anno ha visto il logo Champions per la prima volta in 3 dimensioni grazie alla macchina scenica composta dalle 8 stelle che unendosi al centro della scena hanno composto il logo, diventato allo stesso tempo anche il palco sopra-elevato dei performer. Elemento scenico che diventerà simbolo delle prossime edizioni della Champions League.
Altro elemento di evoluzione rispetto alle passate edizioni è stata la copertura del campo con un tappeto celeste e logato di 7.500 mq. La copertura, posizionata da 136 facchini pochi secondi prima dell’arrivo dei performer, ha permesso di fare da background rendendo così la cerimonia più spettacolare e d’impatto visivo.
120 professionisti hanno collaborato attivamente alla realizzazione del progetto. Tutti made in Italy i costumi per i quali stati impiegati oltre 100 mt lineari di relle. Percorsi oltre 11.800 chilometri per il trasporto di tutti i materiali e consumati 3.500 sandwich per i volontari.
Project Manager: Valentina Colarusso
Business Director: Roshan Soomarchun, Andrea Francisi
Creative And Artistic Co-Director: Adriano Martella
Creative And Artistic Co-Director: Patricia Tremblay
Artistic Producer: Guendalina Agliardi
Production Director: Filippo Defrancisci
Choregrapher: Wanda Rockiki
Foto in alto di Halea Isabelle Kala