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Essere green. Un driver competitivo anche in tempi di crisi. Presentata a Roma da Assorel l’indagine SWG sui comportamenti ambientali in Italia

Lo sviluppo sostenibile non è più una moda e la riconoscibilità green di un’impresa è divenuta un driver per il brand e un vettore stimolante l’acquisto nonostante la crisi.

E’ quanto emerge dall’indagine sui comportamenti ambientali degli italiani, effettuata dall’istituto di ricerca SWG per Assorel (Associazione Italiana Agenzie di Relazioni Pubbliche), su un campione di 1.500 italiani (rilevazione effettuata agli inizi di settembre 2014) e presentata in anteprima al convegno nazionale ‘La comunicazione ambientale, fattore immateriale della sostenibilità e della crescita’, organizzato dalla stessa Assorel oggi, primo ottobre, all’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma.

Dalla ricerca, tra l’altro, emerge che all’atto dell’acquisto il cittadino chiede di essere informato sulle buone pratiche di sostenibilità delle aziende produttrici. “Dunque c’è bisogno di comunicazione e trasparenza. Fare bene non è quindi sufficiente, bisogna anche farlo sapere”, sottolinea Andrea Cornelli, presidente Assorel.

Le aziende, in questo processo, possono tenere conto di un’altra evidenza dall’indagine SWG. Riguarda le fonti da cui le persone apprendono le informazioni utili a migliorare il loro modo di  comportarsi verso l’ambiente. In pole position c’è il web (56%), seguito da tv (48%), giornali (27%) e radio (13%).

L’indagine, inoltre, conferma che il 74% degli italiani non giudica lo sviluppo sostenibile e la difesa dell’ambiente una moda o un tema dell’élite culturale, ma lo inserisce tra i valori fondamentali cari a tutti i consumatori del Paese. Un fattore capace, quindi, di incidere sulle motivazioni di acquisto. Non a caso il 68% delle persone chiede che la riconoscibilità ambientale sia messa in evidenza sui prodotti (e non solo pubblicizzata in tv o su internet). E anche se siamo in tempi di crisi e il driver dominante resta il costo (46%), l’impegno ambientale di un’azienda è premiato ed è diventato, per il 79% degli italiani, uno stimolo a preferirla. Il 78%, anche se nei dovuti limiti, si dice anche disposto a spendere di più per acquistare prodotti o servizi d’imprese attente a non inquinare e a tutelare territorio e ambiente.

Secondo l’opinione pubblica, le azioni personali maggiormente tutelanti l’ambiente sono la raccolta differenziata, l’evitare di sprecare acqua e l’attenzione a non gettare materiali inquinanti negli scarichi. Per custodire il nostro ecosistema, però, è richiesto un impegno individuale (53%), una maggiore volontà di governi e amministrazioni (50%), nonché comportamenti più virtuosi da parte delle imprese (43%).

L’83% delle persone intervistate sottolinea che solo i singoli, con le loro micro-azioni individuali, possono dare un contributo reale alla salvaguardia dell’ambiente e l’85% degli intervistati ritiene insufficienti e troppo scostanti i comportamenti ambientalisti degli italiani.

L’indagine traccia anche una mappa delle abitudini ambientali degli italiani. Il 65% evita di gettare materiali inquinanti negli scarichi, il 59% rispetta l’ambiente urbano, il 52% limita i livelli della temperatura del riscaldamento, il 51% fa la raccolta differenziata e il 48% è attento a non sprecare acqua.

Meno attenzioni nell’uso razionale dei detersivi (31%), nell’uso di materiali ecosostenibili (16%), nell’attenzione al tipo e quantità di imballaggi (16%). Note dolenti, l’abitudine di tenere accesi, anche se in stand by, gli apparecchi (35%); lasciare sempre inserito il caricabatteria del cellulare nella presa (21%); lasciare il televisore acceso anche se nessuno lo guarda (14%).

Maggiore attenzione è riservata ai grandi vettori di consumo: il 57% evita di lasciare i caloriferi accesi quando non è in casa, il 73% non apre le finestre quando ha il condizionatore acceso, il 59% non fa partire la lavatrice o la lavastoviglie con poco carico. Il 57% mette da parte carta e plastica, il 55% separa il vetro, mentre sull’umido siamo ancora al 44%. Pile esaurite e medicinali scaduti hanno rispettivamente un impegno da parte del 36 e 33 per cento della popolazione.

Per contro, il 62% usa l’auto tutti i giorni, mentre il 75% degli italiani non utilizza o usa solo saltuariamente i mezzi pubblici. Car sharing e car pooling sono per una pura minoranza (3%) e la bicicletta per spostarsi in città (non per le gite domenicali) è preferita solo dal 18% delle persone.

[pdf]La ricerca SWG ‘Essere green, un driver competitivo anche in tempi di crisi’