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Edelman pubblica i dati della 5a edizione di goodpurpose, come cambiano i consumatori (anche italiani)

Solo il 44% degli italiani è personalmente impegnato nel sostegno di attività di responsabilità sociale, ma a parità di qualità e prezzo, più di un italiano su due (63%) acquista guardando all’impegno che le aziende produttrici hanno in ambito sociale. Un criterio quindi più importante della fedeltà al brand (indicato dal 21% degli italiani) e del design e dell’innovazione (primo criterio di scelta per solo il 16% contro una media mondiale del 29%).

Questi due dei dati p che emergono dallo studio goodpurpose 2012 realizzato tra gennaio e febbraio 2012 da StrategyOne (società di ricerche di mercato di Edelman) in 16 Paesi intervistando circa 8000 consumatori di più di 18 anni.

Il 93% degli intervistati italiani dichiara di essere stato colpito in qualche modo dalla crisi economica (contro l’85% della media globale), il 62% di aver ridotto lo shopping non necessario (51% la media globale), il 46% di aver smesso di risparmiare (28% globale). Colpiti dalla crisi, i consumatori italiani (55%), ma anche quelli di tutto il mondo (54%), sono convinti che dovrebbe essere il Governo a occuparsi dei problemi che affliggono la società. Solo il 18% ritiene che tocchi farlo a ‘persone come me’, il 12% alle organizzazioni umanitarie no-profit, il 6% alle istituzioni religiose e il 4% alle imprese. Pochi fra gli intervistati in Italia ritengono la responsabilità sociale un compito della chiesa.

Gli italiani hanno comunque una loro lista di priorità quando pensano all’impegno sociale. In particolare, sempre secondo i dati raccolti da Edelman, l’87% è interessato alla protezione dell’ambiente in cui viviamo (ma era il 95% nel 2007), seguito dalla lotta alla violenza e agli abusi in famiglia (79%), dal miglioramento del sistema sanitario come anche dall’aiuto per migliorare l’autostima delle persone (entrambi al 78%). Rispetto al 2007 calano le uguali opportunità di educazione (-20%), l’aiuto per i diritti umani e civili (-19%) e la lotta alla riduzione della povertà (-21%). Aumentano per contro  il sostegno per la fame e i senzatetto (+14%), l’aiuto in caso di disastri naturali (+13%), la lotta contro la diffusione di malattie ed epidemie (+13%).

Ma se non ci fosse la crisi e non si dovesse fare i conti con il portafoglio? Il  70% preferirebbe vivere in una casa green più che in una casa grande (30%); l’83% acquisterebbe prodotti locali più che di design (17%), l’82% sceglierebbe un’auto ibrida più che una macchina di lusso (18%). Il 57% sogna un lavoro con finalità sociali.

Il 74% degli italiani consiglierebbe un prodotto di un’azienda impegnata attivamente nella responsabilità sociale, il 71% comprerebbe un prodotto o un servizio, il 70% condividerebbe un’eventuale esperienza positiva. Il 78% passerebbe a un brand competitor se solo fosse impegnato in scopi sociali, oltre ad acquistare più volentieri e con maggiore fiducia, aiutandolo anche nei suoi propositi.