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Crisi, la spesa delle famiglie milanesi cala del -0,9% in un anno. Casa, beni alimentari e trasporti le voci che più incidono

Nel 2011 in frenata i consumi dei milanesi (-0,9%), che vanno a finire sotto quelli regionali. La spesa media mensile totale delle famiglie di Milano nel 2011 è stata di 2.951 € (-26 € rispetto al 2010), ovvero, con l’esclusione della rata per il mutuo, il 6% in meno rispetto alla Lombardia (-170 €), ma il 15% in più, pari a 375 €, rispetto all’Italia. In leggera ripresa la spesa per i beni alimentari, che passa dai 403 € del 2010 ai 410 € attuali. Il 13,9% della spesa delle famiglie milanesi è riservata al mangiare. Mentre scendono, anche se di poco, le spese per i consumi non-alimentari: -1,3% (da 2.574 € a 2.541 €). Emerge dall’indagine della Camera di commercio di Milano e del Comune di Milano sui consumi delle famiglie milanesi, rilevazione consumi effettuati nel 2011 su 900 famiglie milanesi. I dati dell’indagine sono consultabili online all’indirizzo mi.camcom.it e per la prima volta disponibili sul sito Open Data del Comune di Milano.

Le principali spese dei milanesi
Con una quota pari al 25%, la voce casa è quella che incide maggiormente sul bilancio delle famiglie milanesi (tra costi per l’abitazione, 14%, mobili ed elettrodomestici, 6%, mutuo, 3% e spese per luce e gas, 2%, senza però includere il fitto figurativo pari al 21%). Nell’area milanese, le spese dell’affitto sono cresciute in media del 12,8% (l’aumento è del 3,7% se si considerano le sole famiglie che hanno sostenuto la spesa), arrivando a pesare per il 40,2% sul totale delle spese relative all’abitazione. Tra le spese dei milanesi, la voce casa è seguita da quella degli alimentari (14%), dei trasporti (9%) e della sanità, che registra la stessa quota di spesa destinata a cultura e tempo libero (5%).

Il tempo libero
Con un importo medio di 164 € mensili a famiglia, le spese che i milanesi dedicano a cultura e tempo libero registrano nel 2011 un aumento dell’1%. In crescita le voci di spesa per hardware e software (da 6 a 16,1 euro mensili), abbonamento a tv e internet (+32%) e giocattoli (+12%). In calo l’acquisto di libri (-15,4%) e apparecchi televisivi e hi-fi (-47,3%). All’abbigliamento è riservato invece il 4% delle spese totali, mentre l’istruzione è la voce di spesa più bassa (1%).

Generi alimentari
Rispetto allo scorso anno aumenta la spesa per zucchero e caffè (+7,2%), per latte, formaggi e uova (+6,7%) e per frutta e ortaggi (3,9%). A fronte di un calo della voce generica pane e cereali (-4,9%), si registra una crescita del consumo di pasta e riso (2,9%). Per quanto riguarda il consumo di proteine animali, si rileva un netto aumento delle carni bianche (+46,4%), mentre il consumo di pesce rimane invariato (-0,3%). Aumenta la spesa per i pasti e le consumazioni fuori casa (+27,2%).

Beni non alimentari
Nell’area milanese, in linea con il trend nazionale, si contrae la spesa per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (-11,2%, a fronte di un calo del 10% a livello nazionale). Cali importanti anche per le spese sanitarie (-14,1%) e per l’istruzione (-17,6%). In controtendenza rispetto al trend regionale (+22%) e nazionale (+11%), a Milano le spese per luce e gas registrano una forte contrazione (-8,3%), forse da imputare a una maggiore attenzione al risparmio degli utenti dovuta all’aumento delle tariffe. All’interno della spesa per la categoria dei trasporti, che nel complesso registra un calo dell’8,7%, aumentano le spese legate all’acquisto di carburante (+5,3%), ai trasporti pubblici (+13%) e alla manutenzione dei veicoli (+9,5%). Crollano invece le spese per l’acquisto di automobili (-28,2%). Diminuiscono anche, all’interno della voce ‘Abbigliamento e calzature’, le spese per il vestiario (-8,6%), a fronte di un’impennata di quelle per la riparazione di capi d’abbigliamento e calzature (+35,7%).

Permangono le differenze sociali
All’aumentare del reddito, la relazione tra spese per consumi alimentari e non alimentari si sbilancia a favore della seconda. Così, un dirigente spende quasi 2.700 € in più di un operaio e le sue spese sono maggiormente indirizzate verso la cultura e il tempo libero. Le famiglie che hanno un reddito superiore ai 70mila euro annui spendono quasi 6.900 € al mese. Le famiglie il cui reddito è inferiore ai 15mila euro annui non hanno possibilità di risparmiare, anzi, il reddito complessivo dichiarato da queste famiglie non è sufficiente a coprire i consumi necessari.

Le spese per tipologia di famiglia
Avere figli a casa costa. Se una coppia senza figli consuma 3.397 € al mese, per le coppie con figli il consumo medio sale di oltre 800 €. La presenza della prole fa crescere le spese familiari in modo non proporzionale all’aumentare del numero dei figli. Si passa da un incremento di 495 € mensili di spesa per il primo figlio, ai 245 € per il secondo e dal terzo figlio in su la spesa aumenta di 200 € per ogni figlio. Vivere da single è una condizione sempre più diffusa (vive da solo il 50,6% dei milanesi), ma sempre meno conveniente: dividere le spese con un’altra persona, soprattutto quelle per la casa, fa infatti risparmiare quasi il 28%.

La spesa dei milanesi in base alla loro età
Rispetto al 2010, sono aumentate del 3,3% le spese della fascia intermedia in età lavorativa compresa tra i 50 e i 64 anni (da 3.384 € a 3.498 € mensili) e sono calate (-11,4%, da 3.005 € a 2.661 € mensili) le spese dei giovani under 34.

Centro e periferia
Aumenta il divario quantitativo tra i consumi dei residenti del centro e delle periferie. In centro si spendono 1.237 € in più che in periferia (3.926 € rispetto a 2.689 €, nel 2010 il gap era di 1.200 €) e la maggior parte della spesa è assorbita dall’abitazione (42,1%). In periferia invece, a fronte di una spesa per la casa del 33,9%, si spende di più per mangiare (16% contro l’11,3% del centro) e per la mobilità (10,2% contro il 6,7% del centro).

Alimentari
Nell’ambito delle spese destinate ai beni alimentari, anche per il 2011 le voci più importanti sono la carne (22,4%, oltre 90 € al mese) assieme alla frutta e verdura (19,2%, quasi 80 €). Seguono latte, formaggi e uova (12,9%), pane e cereali (11%), le bevande (10,5%), zucchero, caffè e drogheria (10,4%) e infine il pesce (6,7%). Rispetto al 2010, i consumi alimentari delle famiglie milanesi sono cresciuti dell’1,8%, arrivando a rappresentare il 13,9% del totale. Tra le singole voci, aumenta la spesa per zucchero e caffè (+7,2%), per latte, formaggi e uova (+6,7%) e per frutta e ortaggi (3,9%). Se i consumi della macrocategoria pane e cereali cala del 4,9%, quelli specifici di pasta e riso aumentano del 2,9%. Per quanto riguarda il consumo di proteine animali, si registra un netto aumento nelle carni bianche (+46,4%), mentre il consumo di pesce rimane invariato (-0,3%).

Non alimentari
I consumi non alimentari delle famiglie milanesi scendono a quota 2.541 € mensili (-1,3% rispetto al 2010, pari all’86,1% del totale dei consumi). La composizione per quote di spesa vede al primo posto l’abitazione (14%), seguito da altri beni e servizi (13%), e dai trasporti (9%). Crollo delle spese per istruzione (-17,6%), sanità (-14,1%); in calo anche la spesa per mobili ed elettrodomestici (-11,2%) e per gas e luce (-8,3%), mentre un aumento del 27% si registra per i pasti fuori casa.

La spesa per abitare
Fitto figurativo a parte (ovvero l’ammontare del canone mensile ottenibile in caso di affitto ipotetico della casa di proprietà o in uso gratuito), le maggiori quote di spesa per la casa sono assorbite dalle bollette dell’acqua e dalle spese condominiali (16,6%, +2,1% rispetto al 2010). Seguono quelle per l’affitto (16,3%) e per la manutenzione straordinaria (3%). La rata media d’affitto mensile dei milanesi, considerando solo i cittadini che hanno effettivamente sostenuto tale spesa, è lievitata nel 2011: +3,7% rispetto al 2010 (da 514 € a 533), superiore sia al dato del Nord Italia (in media 400 €) che del resto della penisola (sotto i 400€).

Per età
I giovani under 34 hanno visto la propria capacità di spesa ridursi di oltre l’11% (344 € in meno) rispetto al 2010: nel 2011 spendono 2.661 € mensili a fronte dei 3.005 € dell’anno precedente. Anche la fascia tra i 35 e i 49 anni ha dovuto ridurre la propria spesa di quasi 200 € al mese (da 3.484 € a 3.288 €), mentre l’inversione di tendenza si riscontra tra gli over 50, che hanno aumentato le spese di oltre 100 €, arrivando a 3489 € mensili e tra gli over 65, che sono arrivati a spendere nel 2011 2.531 € al mese. A seconda delle fasce d’età cambiano anche le tipologie dei consumi: i giovani sono quelli che spendono di più in abbigliamento e tempo libero, gli anziani hanno maggiori spese sanitarie.

Per professione
Tra le professioni, chi consuma di più sono i dirigenti (4.940 € al mese), con gli imprenditori e i liberi professionisti (4.801 €). I consumi medi dei lavoratori in proprio crollano rispetto al 2010 dell’11% (corrispondente a 380 €), ma rimangono sopra i 3.000 €. Scendono di oltre 200 € mensili anche le spese degli impiegati (da 3.105 € a 2.886 €), mentre aumentano quelle dei pensionati (da 2.347e a 2.445 €), che comunque consumano più degli operai (2.279 €).

Per reddito
Per le famiglie che registrano un reddito annuo fino a 15 mila euro, la spesa media mensile è di 1.514 € (+2,8% rispetto allo scorso anno). Questo implica per le famiglie più povere un consumo annuo superiore al proprio reddito. Tale consumo sale a 2.564 € (+6%) per la fascia di reddito tra 15.000 e 30.000, e a 3.64 8€ (-0,5%) per le famiglie con redditi da 30.000 a 50.000 €. I nuclei familiari con redditi da 50.000 a 70.000 €, invece, registrano un calo delle spese dell’8,2% (da 5.139 € a 4.719 €). Infine, le famiglie con redditi superiori a 70.000 dichiarano una spesa media mensile di 6.864 € (-6% rispetto al 2010). La categoria di reddito familiare più bassa risulta essere quella in cui la spesa per abitazione incide maggiormente (42,3%).