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Cosa sta succedendo ai grandi network? Come cambia la mappa del business della comunicazione? Che ruolo hanno e giocheranno le sigle indipendenti? L’opinione di Massimiliano Gusmeo/ TRUE COMPANY

Cosa sta succedendo ai grandi network di comunicazione? Da WPP a Publicis, l’integrazione è partita accorpando in un unico building le differenti sigle. Ma ora sembra non più essere solo logistico il senso. La nuova decisione Ogilvy, infatti, di far confluire in un unico brand le sue diverse sigle apre nuovi scenari. E prima altrettanto fece Havas. Dunque, trattasi solo di integrazione dell’output al cliente, in ottica sinergica, ottimizzazione risorse e saving, o c’è da ipotizzare il disegno di una nuova mappa della competizione globale? Insomma, la concentrazione è auspicabile pro espansione del mercato? Come cambia in tutto ciò il ruolo delle sigle indipendenti?

Ecco come risponde Massimiliano Gusmeo, Ceo TRUE COMPANY, al tema da noi sollevato:

“Sicuramente è cambiato il mercato e la percezione che le aziende committenti hanno delle agenzie. Fino a qualche tempo fa era necessario avere per ogni specializzazione un brand, ora non è più necessario perchè la comunicazione è diventata estremamente liquida e le diverse discipline non hanno più differenze così nette. Pensiamo solo alle pubbliche relazioni che ormai sono fondamentali per un piano di comunicazione completo e che non possono mancare in una strategia globale che un agenzia propone alle aziende. Per non parlare poi della gestione strategica dei social network che sconfina spesso tra le pr e le agenzie digital. Insomma, un unico brand può tranquillamente dare un servizio integrato di comunicazione globale senza perdere di credibilità anzi. Le agenzie indipendenti lo hanno capito, anche in anticipo, perchè sono in grado di integrare sempre più i servizi in maniera più veloce e reattiva”.

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