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Confindustria Lombardia lancia il piano strategico #Lombardia2030 per lo sviluppo e la competitività della Regione. Cultura d’impresa, Cluster, Capitale umano e formazione professionale, Internazionalizzazione e Network europei le quattro leve per la crescita

Confindustria Lombardia ha presentato oggi, presso il Samsung District di Milano, il Piano strategico #Lombardia2030.

Sviluppato in collaborazione con l’Università LIUC e con i contributi di Fondazione Edison e del Centro Studi di Confindustria, #Lombardia2030 propone una strategia, condivisa con le associazioni territoriali lombarde e da attuare con gli stakeholder regionali, nazionali ed europei, per lo sviluppo e la competitività dell’industria e dei territori.

La strategia individuata da Confindustria Lombardia ha l’obiettivo di guidare il sistema industriale lombardo, di cui il manifatturiero è il cuore pulsante, verso un percorso di crescita e sviluppo, anche attraverso la transizione all’industria 4.0, agendo su quattro leve prioritarie: Cultura d’impresa, Cluster, Capitale umano e Formazione professionale, Internazionalizzazione e Network europei.

Cuore della strategia proposta sono i punti di forza della regione. La Lombardia infatti, come emerso dallo studio1 effettuato da Fondazione Edison per il Piano strategico, è la regione più competitiva d’Italia e tra le più competitive in Europa:

– La Lombardia è la seconda regione europea per generazione di Pil (NUTS2 – L’Unione europea ha istituito una nomenclatura statistica comune delle unità territoriali, denominata ‘NUTS’, per permettere la rilevazione, la compilazione e la diffusione di statistiche regionali armonizzate nell’UE. Questo sistema gerarchico permette altresì di condurre analisi socioeconomiche nelle regioni e di elaborare gli interventi nel contesto della politica di coesione dell’UE);

– nel Valore aggiunto industriale si posiziona prima con le regioni NUTS2 e quinta con le NUTS1 (preceduta da aree come il Baden Wuttenberg e la Baviera e la Renalia-Westfalia);

– seconda in termini di generazione di Valore aggiunto totale (NUTS2);

– prima per occupazione manifatturiera (NUTS2);

– l’export lombardo, circa un terzo dell’export nazionale, è confrontabile con quello di intere nazioni: in una graduatoria con i Paesi Ue la Lombardia si colloca all’11° posto;

 

Sono quattro i fattori individuati da Confindustria Lombardia sui quali è necessario agire per cogliere, nel lungo periodo, le opportunità che il nuovo contesto competitivo offre: 

Cultura d’impresa
La pervasiva cultura anti-industriale rappresenta tutt’oggi in Italia un freno alla piena espressione della competitività delle imprese. L’impresa crea coesione e arricchisce il tessuto sociale di un territorio, contribuendo al suo benessere. Serve diffondere una cultura d’impresa, quindi, non solo come sintesi di saperi e valori tradizionali ma anche come fonte di crescita e progresso.

Cluster
C’è una correlazione positiva tra la forza dei cluster e la crescita delle industrie regionali, e il consolidamento dei Cluster tecnologici lombardi può avere un impatto rilevante sull’intera economia lombarda. Il cluster agevola lo sviluppo di brevetti, promuove la crescita economica, la creazione di nuovi posti di lavoro ad alto valore aggiunto e consente alle PMI di colmare il gap dimensionale.

Capitale umano e formazione professionale
Un capitale umano d’eccellenza è alla base della capacità di un territorio di essere competitivo. Il successo delle imprese è da sempre legato a doppio filo alla qualità dei giovani che si formano nelle scuole. In #Lombardia2030 si propone una visione sinergica tra le due modalità di arricchimento del capitale umano: formazione in aula e sul campo, affinché queste si rinforzino reciprocamente. Un migliore capitale umano significa migliori retribuzioni e una società più ricca ed equilibrata.

Internazionalizzazione e network europei
La strategia proposta si muove su due binari paralleli: la promozione del sistema industriale lombardo consolidando nuove prassi e incrementando scambi con l’estero; il fare sistema a livello regionale presidiando Bruxelles, dove è necessario parlare con una voce unica per avere maggiore forza. Rilevanti sono poi la diffusione di Enterprise Europe Network, e la strategia per la Macroregione Alpina Eusalp.

L’attuazione di queste strategie, secondo la simulazione del Centro Studi di Confindustria, genererebbe:

– Aumento dell’occupazione: +110 mila posti di lavoro nel manifatturiero (entro il 2030);

– Aumento dell’export del 3% medio annuo fino al 2030, che comporterebbe un aumento del valore aggiunto manifatturiero dell’1,6% annuo (portando a un aumento di Pil intorno allo 0,7% aggiuntivo all’anno);

– Valore aggiunto manifatturiero al 23,8% (entro il 2030);

– Aumento del tasso di occupazione femminile (il Pil lombardo aumenterebbe del 4,1% a fronte di un aumento di 5,9 punti del tasso di occupazione delle donne);

– Aumento del livello di istruzione (se aumentasse di tre anni il livello di istruzione medio in Lombardia, il Pil regionale crescerebbe del 19,6% entro il 2030);

– Aumento della quota di forza lavoro occupata in attività legate a scienza e tecnologia (se si arrivasse al 38% rispetto all’attuale 30% il Pil crescerebbe del 10,9% entro il 2030);

In questo modo la Lombardia colmerebbe il gap con le migliori aree d’Europa raggiungendo un livello di prosperità che si tradurrebbe in uno standard di vita e in un benessere crescenti e sostenibili.