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Chi fa il media oggi – Alessandro Campanini/Maxus: essere a capo di un’agenzia significa essere vicini ai propri clienti in un momento di grande discontinuità e difficoltà

Tra il professionale e il personale, il primo piano dei come, perché e quando del ceo Maxus Milano

Usa il meno parole possibili per raccontare chi sei, senza tralasciare nulla di importante, ossia quanto secondo te è basilare sapere

Lavoro da sempre nel mondo della comunicazione, per oltre 15 anni come cliente negli ultimi 10 anni a servizio dei clienti. In meno parole possibili: profonda e poliedrica conoscenza del mondo dei clienti, della comunicazione e dei suoi attori.

Nel lavoro la personalità fa la differenza. Insomma, dimmi chi sei e ti dirò come pianifichi?

Mi ritengo una persona intellettualmente onesta che offre i propri consigli ai clienti sempre per il loro bene e che non ha paura di darli.

 Essere a capo di un’agenzia media oggi significa…

Significa essere vicini ai propri clienti in un momento di grande discontinuità e difficoltà, offrendo loro una consulenza che sostanzialmente si traduca nel costruire insieme valore per l’azienda, per poi diventare valore anche per l’agenzia.

Era digital, new digital, post digital, o semplicemente era contemporanea?

Era contemporanea, dove ciò che è veramente cambiato, anche solo banalmente rispetto a 5 anni fa, è la velocità con il quale il mondo cambia. Oggi le persone devono essere molto più veloci nell’apprendimento, più veloci nel percepire e adattarsi ai cambiamenti e più veloci nelle previsioni.

Tecnologia fa rima con…?

Fa rima con era contemporanea.

 L’innovazione che tu hai voluto per il tuo centro media e di cui sei più fiero

L’innovazione di cui sono più fiero è quella che verrà.

Quanto conta la sigla, insomma chiamarsi in uno o nell’altro nome, fa la differenza, o quella la fanno le persone?

La differenza la fanno sempre le persone. La sigla è importante perché, come per tutti i brand, racchiude in sé dei valori ma se poi le promesse non sono in linea con le attese, la delusione è ancora più grande.

 

E i gruppi, sono influenti?

I gruppi sono influenti perché tendenzialmente esprimono soluzioni innovative e sono cool hunter verso nuove tendenze.

Comunicazione fai da te. Mai perché…

Perché la realtà è oggi così complessa che se non ci si affida a professionisti si rischia di prendere delle grandissime cantonate quindi di buttare via i soldi dalla finestra.

Una volta bastava schiacciare il bottone del buying. Oggi invece devi…

Devi pensare molto di più alla strategia a monte, per capire qual è il modo più efficace per parlare con il tuo target mentre in passato bastava semplicemente investire il proprio budget in sei/sette canali televisivi e il lavoro era terminato. Oggi non è più così.

Che scenario di comunicazione prevedi per il prossimo futuro, facendo i conti con la  crisi e con il cambiamento avvenuto nel panorama media?

La crisi rappresenta un momento di discontinuità che contiene certamente tanti problemi ma anche molte opportunità. In un mercato come questo, che è in decremento e che sta cambiando fortemente il mix dei mezzi, le agenzie più brave hanno infatti l’opportunità di offrire un servizio di consulenza vero e non dei prodotti commodity. Pagherà sempre più essere di vero supporto al cliente in termini consulenziali, in quanto è proprio questo elemento che riesce in modo completo a fidelizzare il cliente

Il cliente che tutti vorrebbero?

Quello che riconosce in modo onesto il valore della consulenza e che la remunera in modo adeguato.

Quello da evitare?

Quello che non ascolta.

Si tornerà all’agenzia a servizio completo quale prerogativa per la sostenibilità del business della comunicazione?

No, non credo che si possa tornare indietro. Certamente l’importanza di avere un unico punto di visione strategica spingerà sempre più le aziende a richiedere che le agenzie, media e creative, siano collaborative tra di loro e che, guidando di volta in volta o una o l’altra, lavorino in stretto contatto tra loro.

Da chi professionalmente hai imparato di più e perché (spazia anche tra guru esteri o teorici)

Le persone dalle quali ho imparato di più sono i capi che ho avuto nel corso della mia lunga carriera: persone che mi hanno insegnato a essere aperto al nuovo e di lavorare senza barriere, guardando sempre avanti.

Il tuo competitor che più stimi è? (perché?)

Sono i colleghi che lavorano nelle agenzie del mio Gruppo.