Youmark

Cannes Lions 2013, parola ai protagonisti. Bertelli/Publicis: sicuramente più felice che stanco. Il che non è poco, vista la mole di lavoro svolta in un Festival che si traduce in ben 8 leoni. Ma quando youmark gli ha scherzosamente detto “Heineken vi deve fare un monumento”, ha subito risposto: “No, noi a loro”

Il che la dice lunga sul credo d’agenzia. E’ il rapporto con una grande marca a fare la differenza. Lavorando effettivamente insieme, non per. E un palco come questo lo percepisce al volo. Così come da sempre ha deciso di premiare i modi di comunicare più innovativi. Sottintendendo un tacito monito a chi pensasse di lasciarsi affascinare dai vincitori di oggi. Perché è già past. Insomma, per vincere bisogna andare avanti per la propria strada, senza lasciarsi tentare dal già visto. Nemmeno quando è stato un proprio successo. E qui sta la difficoltà, voltare pagina e ripartire da zero, ovviamente fatta salva la coerenza strategica, che, come già raccontatoci da Bruno Bertelli, executive creative director Publicis, è condizione di lungo, nonché sine qua non. 

Tra l’altro felici di constatare che lo storytelling fa la differenza. Ossia la capacità di raccontare buone cose, senza urlare o scioccare, ma facendo vivere prodotti e marca alle persone, insinuandosi nelle vite di tutti i giorni. E chi meglio di noi italiani può qui eccellere? Che tradotto significa, che quest’anno da record sia il primo di lunga serie, perché la comunicazione italiana è viva e vitale e ora Cannes le ha dato il coraggio di crederci.