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Assinform, mercato digitale in crescita per i prossimi 3 anni. Ripresa degli investimenti per tutti i settori, spinti soprattutto dalle grandi imprese, +2,8% nel 2016 sul 2015

Dal +1,0% di crescita registrato dal mercato digitale nel 2015 per un valore di 64.908 milioni di euro, gli attuali scenari macroeconomici consentono di stimare: + 1,5% nel 2016, +1,7% nel 2017, + 2,0% nel 2018. Trainano (2016/15): Iot +14,9%, Cloud +23,2%, Big Data +24,7%, piattaforme per il web +13,3; mobile business +12,3%, sicurezza +4,4%.

 

Ripresa degli investimenti per tutti i settori, spinti soprattutto dalle grandi imprese +2,8% nel 2016 sul 2015. Le medie +1,7% e soprattutto le piccole imprese +0,6%, risultano ancora poco coinvolte dalla trasformazione digitale. Così la Pa, con la Pac che a fine 2016 registrerà +1,6%, la Sanità +3%, mentre gli enti locali segneranno -2,0%.

Il sistema Confindustria in campo con il progetto Trasformazione competitiva digitale delle imprese e del Paese, che mette al centro le Pmi e i territori, puntando a incrementare i livelli di competitività e produttività e rendendo il digitale un fattore diffuso e sistemico della crescita economica e dell’innovazione del Paese.

L’Italia, dunque, dal 2015 ha ripreso a investire in Ict e continuerà a farlo nel prossimo triennio.

Questo dato indica l’inizio di un percorso con previsioni di crescita fino al 2018. Ma il passo con cui si sta affermando l’innovazione digitale in Italia è ancora troppo lento, avviene in modo troppo disomogeneo e con un’ottica ancora distante dal concepire quella trasformazione in grado di incidere profondamente sulla realtà del Paese, cambiare gli equilibri competitivi, accelerare la crescita. E’ la fotografia che emerge dallo studio Il digitale in Italia nel 2016, presentato questa mattina a Milano nel corso della manifestazione ‘Impresa 4.0. Per un’industria italiana più competitiva nell’era digitale’.

I dati dello studio Il digitale in Italia nel 2016, realizzato da Assinform e Confindustria Digitale in collaborazione con NetConsulting cube e gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, evidenziano comunque segnali di un’inversione di tendenza. Già nel 2015 il mercato digitale nel suo complesso è cresciuto dell’1% a 64.908 milioni di euro. Al recupero hanno concorso un po’ tutti i comparti, con la sola eccezione dei servizi di rete delle telecomunicazioni (-2,4%,) che hanno continuato a subire il calo delle tariffe deprimendo le dinamiche di quasi un terzo del mercato. Ma gli altri due terzi sono cresciuti: Servizi ICT a 10.368 milioni di euro (+ 1,5%); Software e Soluzioni ICT a 5.971 milioni di euro (+4,7%), Dispositivi e Sistemi a 16.987 milioni di euro (+0,6%), Contenuti Digitali e Digital Advertising a 8.973 milioni di euro (+8,6%).

I segnali positivi però più che dall’aspetto quantitativo, che migliora, ma che soffre ancora il confronto con le performance di altri paesi, viene dall’innalzamento della qualità della domanda. La spinta è infatti dovuta alle componenti più innovative e legate alla trasformazione digitale, che registreranno crescite sostenute per il 2016 – Iot +14,9%, Cloud +23,2%, Big Data +24,7%, piattaforme per il web +13,3%; mobile business +12,3%, sicurezza +4,4% – e almeno sino al 2018.

Le previsioni per il mercato complessivo Ict in Italia, a costanza di scenari macroeconomici, lasciano intravedere una crescita dell’1,5% nel 2016, dell’1,7% nel 2017, e del 2,0% nel 2018. E sia per il contributo dei segmenti più avanzati, sia per la ripresa degli investimenti in quasi tutti i settori d’utenza, spinti soprattutto dalle grandi imprese +2,8% nel 2016 sul 2015, con in testa l’industria (+2,1%), le banche (3%), le assicurazioni (+3,7%), le utility (+3,6%), i trasporti (+3,4%). Le piccole imprese con +0,6% stimato nel 2016, risultano ancora poco coinvolte dalla trasformazione digitale. E in parte anche la PA che, sempre nel 2016, confermerà la ripresa della spesa a livello centrale (+1,6%) e nella Sanità (+3%), ma non a livello locale (-2,0%).