Youmark

Air3, a proposito della regolamentazione delle gare per l’assegnazione delle produzioni video: “Che una cdp non possa opzionare 10 regie per la stessa gara, ma solo 3 proposte di regia. E richiesta del trattamento solo dopo che ogni regista abbia potuto interloquire con i creativi”

A seguito della notizia della dichiarazione congiunta Air3 – Cpa per rimarcare la scorrettezza di una pratica comune nella convocazione in gara dei registi pubblicitari, ne parliamo con Francesco Nencini, regista presidente Air3.

Bello che finalmente si faccia squadra. Due associazioni coinvolgendo pure l’Adci. E’ finalmente l’era del fare sistema?

“Noi registi svolgiamo una professione in cui è insito il gioco di squadra. Per questo promuoviamo, prima di tutto tra i nostri associati, un atteggiamento corretto da parte di tutti. Per quanto riguarda la regolamentazione delle gare, ci pare che la necessità sia davvero semplice: tornare a rispettare quelle regole di concorrenza leale che aiutano a migliorare la qualità del proprio lavoro nel rispetto della professionalità di ogni categoria”.

Cosa auspicate succeda a livello di modalità di svolgimento delle gare, insomma qual è il punto d’arrivo?

“Che non si ripetano episodi come quelli delle scorse settimane in cui una casa di produzione ha opzionato 10 regie per la stessa gara. La nostra proposta è di tornare alle vecchie usanze: tre proposte di regia per ogni casa di produzione chiamata in gara e richiesta del trattamento dopo aver dato la possibilità ad ogni regista di interloquire con i creativi”.

Perché e in cosa la corretta pratica andrebbe nell’interesse di tutti, cliente e campagna compresi?

“I primi a beneficiare delle modalità più consone sono i creativi che possono individuare il regista più adatto al loro progetto con maggiore efficacia, senza doverlo cercare in mezzo a una montagna di showreel. I secondi sono i produttori, che conoscono il lavoro e le caratteristiche personali delle regie proposte e vanno rivalutati per questa loro caratteristica. Che è molto diversa da quelle di un’agenzia di booking. Infine, noi registi che veniamo opzionati dalla casa di produzione che ci contatta per prima, senza poi essere effettivamente presentati. E’ il caso macroscopico delle dieci regie in gara, non la consuetudine”.

Vinta questa ‘battaglia’ cosa vi sta a cuore e focalizzerà il vostro prossimo impegno?

“Credo che il 2016 si ricorderà come l’anno in cui abbiamo cominciato a ri-sincronizzare tutte le parti della filiera che porta un’idea creativa ad essere realizzata. Il prossimo impegno è stilare un contratto tipo tra case di produzione e clienti che permetta di definire altre regole del gioco che hanno a che fare con altri aspetti di una concorrenza altrettanto libera, ma più sana”.

Related articles