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Agcom, Relazione Annuale 2017 – Il 60% italiani usa Internet, siamo penultimi in Europa. La rete utilizzata meno della media per acquisti, servizi bancari e video on demand. Tra i mezzi, la stampa continua il suo declino

Nel settore delle comunicazioni (telecomunicazioni, media e servizi postali) le risorse economiche ammontano complessivamente a circa 53,6 miliardi di euro, in aumento (1,5%) rispetto al 2015.

Il contributo più rilevante proviene dal comparto delle telecomunicazioni, che rappresenta il 59% dell’intero settore (circa 31,9 miliardi di euro); seguono i media (televisione, radio, editoria e Internet), con un’incidenza sul totale pari al 28% (corrispondente a circa 14,7 miliardi di euro) e, infine, i servizi postali, con un’incidenza del 13% (circa 7 miliardi di euro).

Nei settori delle telecomunicazioni e dei media è possibile ravvisare un’inversione di tendenza caratterizzata da un aumento (rispettivamente dello 0,2% e del 3,9%) dei ricavi complessivi. Per i servizi postali, continua il trend, riscontrato nel 2015, di aumento dei ricavi totali (+2,6%).

Nel segmento delle telecomunicazioni, mentre i ricavi da rete fissa mostrano ancora una contrazione, quelli da rete mobile esibiscono un deciso aumento (+2,4%).

Per il settore dei media, la componente radiotelevisiva cresce del 6,5%, mentre continua a perdere risorse il comparto dell’editoria (-6%), seppur a un tasso inferiore rispetto al recente passato. L’online, al contrario, continua a espandersi (+14,8%).

Le entrate riconducibili ai servizi postali continuano a mostrare una sensibile riduzione nella componente relativa al servizio universale (-12,6%), controbilanciata dalla crescita delle attività di servizi in esclusiva e di corriere espresso (rispettivamente, +9,1% e +8%).

Per quanto riguarda l’incidenza del settore delle comunicazioni e dei singoli segmenti che lo compongono sul Pil, si rileva una sua sostanziale costanza nel tempo. In particolare, il settore delle comunicazioni incide, nel suo insieme, per circa il 3,2% sul Pil, con le telecomunicazioni che pesano per l’1,9%, i media per lo 0,9%, e i servizi postali per lo 0,4%.

La spesa di famiglie e imprese in servizi di telecomunicazioni, nel 2016, mostra un aumento vicino all’1%, rispetto ad una riduzione dell’1,8% registrata l’anno precedente. Continuano a contrarsi i ricavi dai tradizionali servizi voce (-7,6%), ma crescono le risorse derivanti dai servizi dati (+5,6%).

Per il 2016, si stima che il valore delle risorse complessive del settore televisivo torni ad attestarsi sopra gli 8 miliardi di euro. La composizione dei ricavi afferenti al mezzo televisivo rispecchia quella tipica del sistema dell’informazione italiano, con la raccolta pubblicitaria che rappresenta la principale fonte di finanziamento (oltre il 40% del totale, pari a circa 3,5 miliardi di euro, riconducibili per il 90% alla tv in chiaro), seguita dalla vendita di offerte televisive (36% dei ricavi complessivi), che nel 2016 diminuisce la propria incidenza sul totale di quasi 2 punti percentuali, in favore dei fondi pubblici (ossia, il canone per il servizio pubblico televisivo, le convenzioni con soggetti pubblici e le provvidenze pubbliche erogate alle emittenti). Questi ultimi costituiscono un’ulteriore e rilevante fonte di introiti per il settore (pesando sul totale per il 23%).

La stampa è il settore che evidenzia i segnali di maggiore sofferenza. I quotidiani continuano a mostrare il declino strutturale. I ricavi complessivi subiscono una contrazione pari al 6,6%, con una riduzione maggiore dei ricavi pubblicitari (-7,7%) rispetto a quelli derivanti da vendita di copie, inclusi i collaterali (-6%), ipotizzando invariati i contributi e le provvidenze.

La ripartizione degli investimenti in pubblicità online per device a livello mondiale negli ultimi cinque anni indica una crescita della spesa riferibile agli apparecchi mobili, rispetto alla pubblicità veicolata attraverso desktop, che è passata dal 25% nel 2014 al 42% nel dato previsionale per il 2016. I ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria online complessivamente realizzati (includendo anche la raccolta di pubblicità diffusa attraverso i siti degli editori dei media tradizionali) si attestano su un valore stimato pari a 1,9 miliardi di euro.

Sintesi Relazione Annuale 2017