Perché, come lo stesso Toscani, cita: “La fotografia è il medium per eccellenza di quell’enorme pubblicità che il mondo fa di sé costringendo la nostra immaginazione a impegnarsi, le nostre passioni a travestirsi, la nostra morale ed etica a domandarsi”. Non occorre dunque essere fotografi per partecipare, ma sicuramente comunicatori, nel senso di ambire a trasmettere con il proprio colpo d’occhio sull’esterno qualcosa di sé al mondo.
Un percorso che si articola in diverse tappe differenti, potendo ognuno scegliere quella o quelle che più gli si addicono. A seguire, a marzo, ‘Vento e Follia’, a Volterra, in onore di quella che fu non solo capitale Etrusca, ma pure patria dei manicomi, proseguendo, poi a un ritmo di una per mese in diverse località, in Italia e nel mondo.
Un approccio che ibrida il senso dell’obiettivo ‘immagine’, arricchendosi del contributo di sociologi, psicologi scrittori, musicisti, grafici, architetti, giornalisti, fotografi (ad esempio a Rimini a fianco a Toscani e Crepet, pure il designer Marco Morosini e il fotografo Settimo Benedusi), comprendendo lecture, shooting fotografico in esterno, lettura portfolio, discussione lavori, dibattito, lectio magistralis.