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A guardare il mercato, sembra che le grandi gare si vincano con team multidisciplinari che mescolano trasversalmente top professionisti delle diverse sigle. Ma che fine fanno le agenzie? Tassi/Caffeina: lo decideremo insieme ai clienti, sapendo evolvere. La nostra direzione? ‘People platform’

E cosa significa per il mercato, arricchisce o impoverisce? 
Perdono di valore le diverse sigle, insomma i brand d’agenzia che hanno caratterizzato il nostro mondo che senso hanno oggi? 
E le agenzie indipendenti, come si pongono di fronte a questa tendenza? 

Il parere di Tiziano Tassi, Ceo Caffeina.

“Scrivo ovviamente dal punto di vista dell’agenzia indipendente. La notizia della vittoria di WPP grazie a un gruppo di agenzie di tipo eterogeneo, da una parte è una dimostrazione della potenza di fuoco che un network può mettere a disposizione di una azienda come FCA, dall’altra è un segnale molto incoraggiante per chi, come Caffeina, ha scelto la strada di creare una ‘People Platform’ che permetta ai brand di avvalersi di competenze orizzontali, riducendo l’overhead di coordinare una serie di partner indipendenti, ma con la necessaria expertise e qualità verticale.

Il nostro mercato è in fortissimo cambiamento e lo vediamo perché alle stesse gare e convocazioni vediamo sedute spesso al tavolo agenzie creative, agenzie digitali, centri media, società di consulenza e a volte anche dei service come case di produzione o pure software house.

Informalmente, definiamo la situazione odierna simile alla Royal Rumble del Wrestling: tutti i lottatori salgono sul ring per sfidarsi con tutte le tecniche, e vince chi rimane per ultimo in piedi. In una competizione ‘tutti contro tutti’, oggi la vera grande sfida è la ricerca di quello che sarà il nuovo modello di agenzia.

In questo senso, la risposta alla domanda Qual è il valore dei brand storici di agenzia?’ è una verità ancora non scritta. La risposta la troveremo noi operatori del mercato insieme ai clienti, se sapremo evolverci per rispondere alle loro necessità e interpretare le sfide che il digitale ha portato in un settore che per 50 anni non ha visto particolari rivoluzioni.

Le agenzie indipendenti sopravviveranno soltanto se riusciranno a dotarsi di una massa critica capace di rispondere alle esigenze di questo modello a T, per essere integrate orizzontalmente con competenze e skill differenti, ma capaci di scendere verticalmente con grande profondità di expertise dove richiesto.

Una ulteriore domanda che suggerisco è: ‘Dove si fa innovazione nel nostro mercato’. La pongo perché di fronte a un mercato che rischia di impoverirsi, questa è la vera fonte di ricchezza. La mia risposta è che se da un lato i Network possono contare su dimensioni internazionali e su risorse non banali, dall’altra la capacità di sperimentazione, l’agilità e la volontà dei player indipendenti possono fare la differenza nell’essere più efficaci ed efficienti in questo senso.

Per concludere, questa notizia, ci fa cominciare un 2018 che sono sicuro sarà uno degli anni più entusiasmanti di sempre per la Comunicazione. #neversleep”.