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Cosa succede alla creatività? Sergio Rodriguez: prova a convincere un numero! Nelle aziende, troppo esercizio di legittima difesa contro il coraggio. E si uccide l’istinto. Peccato che dietro ogni grande creatività, non possa che esserci una grande decisione

Ecco come il Ceo & Chief Creative Officer JWT, si pronuncia in tema di ‘salute’ della creatività d’oggi:

“Una volta un cliente mi ha detto: ‘E’ una bella idea, ma polarizza’. Come dire: amico mio, se questa idea (che riconosco stuzzicarmi l’intelletto) ha il difetto di non piacere a tutti, ma proprio tutti, va contro i nostri interessi.  Ricordo il tono, molto cortese ma quasi infastidito dal supplemento di coraggio che questa idea avrebbe comportato nel portarla avanti all’interno dell’azienda.

Non penso che la sua affermazione fosse farina del suo sacco, ma piuttosto un esercizio di legittima difesa a cui era stato allenato in azienda. Per tutelarsi da ciò che avrebbe messo troppo in mostra se stesso, la sua marca, i suoi valori, la sua missione nel mondo.

Ecco, questa oggi è la vita di noi venditori di merce fragile come le idee. Non esiste più decisione senza il suffragio dei numeri. La fine dell’istinto come consigliere.

Quindi, visto che dietro a una grande creatività c’è una grande decisione, la domanda più appropriata è: chi decide oggi? Risposta: i numeri. In tutti i tavoli dove si prendono decisioni importanti, i numeri occupano molte sedie lasciate libere da manager della vecchia scuola, quelli che credevano nel proprio istinto.

La creatività e la misurazione tuttavia sono nemici giurati. Perché la misurazione, quando è presa alla lettera intendiamoci, appiattisce i picchi a favore di feedback il più possibile condivisi. Le idee che stiamo lasciando ai nostri posteri, sono frutto del rispetto dei numeri e non del cuore o delle visioni degli individui.

Non credo che potremo cambiare questo stato di cose, perché lo insegnano all’università. Penso tuttavia che se ogni manager italiano ogni giorno prendesse anche solo una decisione fidandosi del proprio istinto, il totale sarebbe di 365 decisioni prese d’istinto in un anno. Un buon inizio per dare un nuovo slancio alla creatività italiana, e non solo. Anche se qualcuno potrebbe ribattere che questa proposta, visti i pro e i contro, è un po’ polarizzante”.